martedì 20 settembre 2011

Marketing e psicologia, perché funzionano Groupon , Letsbonus e Farmville

In un certo senso il marketing sta alla mente umana come un sapiente hacker sta ad un potente firewall.

Così come da decenni preparatissimi pirati accrescono le proprie competenze per arrivare con successo alla violazione di sempre più sofisticati sistemi di protezione, anche i professionisti del marketing si vedono costretti ad evolvere in modo rapido e agile per far fronte alla sempre più resistente barriera che la mente umana ha eretto a protezione delle migliaia di messaggi pubblicitari che quotidianamente, in modo più o meno esplicito, si trova a fronteggiare.

E quando rapidità e agilità fanno rima con creatività, usabilità e innovazione ci si trova spesso davanti a qualcosa di efficace. Qualcosa che funziona.

La prima cosa a cui un azienda dovrebbe mirare è certamente quella di abbattere ogni possibile ostacolo si trovi sull’autostrada del desiderio che collega il prodotto con il potenziale cliente. E’ folta di titoli la bibliografia con cui economisti comportamentali e guru del marketing ci spiegano come abbattere le barriere psicologiche, ovvero tutte le debolezze del nostro firewall interno, che ci separano da un acquisto: dal noto “left digit effect” (per cui un prodotto vende più ad un costo di 1,99 rispetto uno equivalete a 2,00) alle strategie di esposizione delle merci in uno scaffale o in una vetrina, fino alle più sofisticate tecniche promozionali.

Anche spostandosi dal mercato “reale” a quello “virtuale” la musica non cambia ed è facile notare come tanti giganti (e non solo) del web stiano utilizzando tecniche simili per mantenerci appiccicati alle loro pagine, giocare ai loro giochi, convertire i nostri clic in transazioni economiche a loro favore. C’è chi sostiene che è anche grazie a queste tecniche che i giganti del web sono diventati tali.

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