Così come da decenni preparatissimi pirati accrescono le proprie competenze per arrivare con successo alla violazione di sempre più sofisticati sistemi di protezione, anche i professionisti del marketing si vedono costretti ad evolvere in modo rapido e agile per far fronte alla sempre più resistente barriera che la mente umana ha eretto a protezione delle migliaia di messaggi pubblicitari che quotidianamente, in modo più o meno esplicito, si trova a fronteggiare.
E quando rapidità e agilità fanno rima con creatività, usabilità e innovazione ci si trova spesso davanti a qualcosa di efficace. Qualcosa che funziona.
La prima cosa a cui un azienda dovrebbe mirare è certamente quella di abbattere ogni possibile ostacolo si trovi sull’autostrada del desiderio che collega il prodotto con il potenziale cliente. E’ folta di titoli la bibliografia con cui economisti comportamentali e guru del marketing ci spiegano come abbattere le barriere psicologiche, ovvero tutte le debolezze del nostro firewall interno, che ci separano da un acquisto: dal noto “left digit effect” (per cui un prodotto vende più ad un costo di 1,99 rispetto uno equivalete a 2,00) alle strategie di esposizione delle merci in uno scaffale o in una vetrina, fino alle più sofisticate tecniche promozionali.
Anche spostandosi dal mercato “reale” a quello “virtuale” la musica non cambia ed è facile notare come tanti giganti (e non solo) del web stiano utilizzando tecniche simili per mantenerci appiccicati alle loro pagine, giocare ai loro giochi, convertire i nostri clic in transazioni economiche a loro favore. C’è chi sostiene che è anche grazie a queste tecniche che i giganti del web sono diventati tali.
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